Il diabete tipo 2 è una delle patologie croniche più diffuse al mondo e in questi ultimi anni la sua gestione è cambiata in modo importante. Fino a qualche anno fa, l’obiettivo del trattamento era fondamentalmente orientato verso il solo controllo della glicemia, oggi invece, grazie soprattutto ai nuovi farmaci che sono a disposizione del diabetologo, l’obiettivo del trattamento va oltre il controllo della glicemia e verso la protezione da tutte le complicanze del diabete. Oggi trattare il diabete di tipo 2 significa quindi avere sotto controllo oltre alla glicemia anche il rischio cardiovascolare e renale e l’eccesso di peso.
Viviamo una nuova era per il trattamento del diabete tipo 2 perché negli ultimi anni sono stati introdotti sul mercato alcuni farmaci (inibitori del SGLT-2 e i GLP1 agonisti recettoriali); farmaci nati originariamente per il controllo della glicemia ma che hanno dimostrato di essere efficaci nella prevenzione e protezione del danno cardiovascolare e renale.
Le nuove linee guida per la gestione del diabete tipo 2 italiane ed internazionali raccomandano che un paziente con diabete tipo 2 con un profilo di rischio cardiovascolare alto o molto alto o che abbia già avuto un evento cardiovascolare (il 25-30% delle persone con DT2 ha già avuto un evento cardiovascolare) debba essere trattato anche con un farmaco per il diabete che abbia dimostrato di avere caratteristiche di protezione cardiovascolare come per esempio un inibitore dell’ SGLT-2 o un agonista recettoriale del GLP-1. È importante la protezione cardiovascolare perché a parità di tutte le altre condizioni, un soggetto diabetico ha un rischio cardiovascolare doppio rispetto a un non diabetico se è un uomo e quadruplo se è una donna.
Gli inibitori di SGLT-2 hanno evidenze più forti relativamente alla protezione di ricoveri per scompenso cardiaco e alla protezione del danno renale. Gli agonisti del recettore GLP-1, sono un po’ più efficaci nella riduzione della glicemia e soprattutto riducono in modo importante il peso e sono inoltre capaci di prevenire complicanze cardiovascolari, in particolare rispetto alla prevenzione dell’ictus; Inoltre, stanno arrivando sul mercato nuove molecole come i doppi agonisti recettoriali (GIP/GLP1-RA) che hanno dimostrato di ridurre la glicemia ed il peso in modo molto significativo.
La riduzione del peso è molto importante perché l’obesità rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio cardiovascolare. Nel momento in cui si predispone una terapia per il diabete tipo 2 si dovrebbero privilegiare farmaci capaci di ridurre la glicemia ma di indurre anche un calo ponderale. Questo perché l’80-85% delle persone con diabete tipo 2 è in sovrappeso o con franca obesità, e quindi ridurre il peso in eccesso è uno degli obiettivi primari della terapia in questi soggetti.